
Che cos'è il disturbo oppositivo provocatorio?
Il DOP è un disturbo caratterizzato da livelli di rabbia persistenti ed inappropriati, irritabilità, comportamenti provocatori e oppositività, che causano menomazione nell’adattamento e nella funzionalità sociale.
Sintomi
I bambini affetti da DOP hanno spesso una modalità di comportamento negativistico, ostile e provocatorio che dura da almeno sei mesi, durante il quale si possono osservare i seguenti comportamenti:
- Il bambino spesso va in collera
- Spesso litiga con gli adulti
- Spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste o regole degli adulti
- Spesso irrita deliberatamente le persone
- Spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento
- È spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri
- È spesso arrabbiato o rancoroso
- È spesso dispettoso e vendicativo
Trattamento
In letteratura è stato dimostrato come interventi sistematici e multimodali abbiano maggiore efficacia nel trattamento dei comportamenti aggressivi (Southam-Gerow & Kendall, 1997) cercando di intervenire su più fronti e prevedendo interventi individuali, familiari ed extra-familiari, ed eventualmente anche psicofarmacologici.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale si centra sulle percezioni e i pensieri del bambino con disturbo oppositivo provocatorio nel fronteggiare situazioni da lui percepite come frustranti o provocatorie. Obiettivi cardine che guidano il processo terapeutico sono l’intervento sulle distorsioni nella rappresentazione cognitiva di ciò che accade e la regolazione emotiva, in particolare della rabbia. L’intervento prevede, sullo specifico aspetto di gestione della rabbia, l’insegnamento di strategie di autocontrollo, che aiutino il bambino ad utilizzare i processi cognitivi per modificare i comportamenti disfunzionali e sviluppare strategie alternative per fronteggiare le situazioni.
Terapia Cognitivo-Comportamentale
L’approccio cognitivo-comportamentale è costituito da componenti multiple e integrate:
Fase psicoeducativa: si pone come obiettivo quello di insegnare al bambino a riconoscere i meccanismi che attivano la rabbia. È centrale la comprensione della relazione esistente tra situazioni, pensieri, emozioni e comportamenti.
Fase di acquisizione delle abilità: è finalizzata all’apprendimento di nuove strategie cognitive e comportamentali che aiuteranno il bambino a fronteggiare e gestire le situazioni che gli provocano rabbia (Nelson & Finch, 2000). Gli apprendimenti riguardano la capacità di parlare a se stesso per ridurre la rabbia (autodialogo), esprimere in modo adeguato le proprie emozioni e richieste (Training di Assertività), trovare le soluzioni più utili e funzionali per gestire e risolvere le situazioni problematiche (problem solving).
Fase di addestramento all’applicazione delle abilità apprese: l’obiettivo è la messa in pratica delle abilità apprese, anche attraverso l’utilizzo di compiti a casa, al fine di renderle, con l’esercizio, sempre più consuete.
Nel disturbo oppositivo provocatorio è importante includere nell’intervento i genitori, prevedendo anche con loro una fase psicoeducativa attraverso cui fornire gli elementi per comprendere pienamente il disturbo e i fattori che ne favoriscono il mantenimento. Obiettivi dell’intervento con i genitori sono:
Focalizzare la loro attenzione sui comportamenti positivi dei bambini, in modo da incentivare la frequenza con cui si presentano e limitare il verificarsi di comportamenti indesiderati.
Acquisire consapevolezza, riconoscere ed interrompere i circoli viziosi che mantengono e rafforzano il problema.
Sviluppare pensieri più funzionali rispetto a se stessi ed alle proprie capacità genitoriali.
Apprendimento di tecniche comportamentali finalizzate alla creazione di un ambiente familiare affettivamente stabile e coerente.